Il Progetto nasce dalla volontà del Direttore Regionale per la Lombardia, Mario Giacomo Dutto, che nell’ottobre 2002 ha incaricato l’Ufficio Comunicazione della Direzione Scolastica per la Lombardia di formare, con rappresentanti dell'ASPHI e dell’Istituto dei Ciechi, un gruppo di lavoro sul tema dell’accessibilità.
L’attenzione al superamento delle "barriere telematiche" che impediscono la piena fruibilità dell’informazione da parte di tutti i cittadini costituisce, oltre che un dovere istituzionale per ogni pubblico servizio, una particolare sollecitazione per la scuola, chiamata a porre al centro del suo compito educativo le istanze culturali dell’inclusione, della trasparenza e dell’accessibilità; a tutti.
Il progetto "Porte aperte sul web" realizza nell'anno scolastico 2002-03 un’iniziativa pilota indirizzata ad una cinquantina di scuole, rappresentative delle diverse realtà scolastiche e territoriali regionali.
Tale iniziativa propone un percorso sperimentale che prevede:
La documentazione del lavoro svolto è scaricabile dalla sezione 'materiali', dove, insieme ad altri contributi, si potranno visionare le diapositive utilizzate nei corsi dei Convegni sull'accessibilià delle scuole lombarde, organizzati dalla Direzione Scolastica della Lombardia.
Il 21 marzo, presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, si realizza il primo incontro con le scuole che avevano aderito.
La partecipazione e il livello di attenzione sono molto alti, sia per la sensibilità degli intervenuti al tema, sia anche grazie ai relatori che argomentano con concretezza, abbondanti esemplificazioni e ‘realismo’. Il gruppo di lavoro del Progetto non è, infatti, costituito da tecnici o webmaster professionisti, ma da insegnanti che, per interesse personale, hanno imparato a realizzare pagine Web e costruito il sito della propria scuola, confrontandosi con una realtà per disponibilità tecnologiche ed esigenze, specifica.
Il gruppo si rivede il 23 maggio per fare il punto della situazione e analizzare le prime modifiche apportate ai siti.
Il 27 giugno il Convegno "Si deve…? Si può!!! L’accessibilità come conquista culturale e dovere civile" segna il 'gran finale' dell’anno scolastico scorso. Intervengono rappresentanti del Ministero dell'Istruzione e alcuni esponenti di 'Porte aperte sul Web' comunicano i risultati raggunti e delineano alcune prospettive di lavoro.
A settembre viene organizzato, con la collaborazione delle Associazioni Asphi e Anastasis, un corso sia per i docenti coinvolti nel progetto, sia per i webmaster dei CSA. Scopo del corso è mettere in comune le prime acquisizioni tecnico-pratiche circa la progettazione di siti scolastici acessibili. Da osservare che formatori sono stati due docenti che hanno aderito fin dall’inizio al progetto e che, nell’arco di pochi mesi, si sono creati specifiche competenze sull'argomento.
Gli scambi di opinioni e di competenze, i confronti fra i webmaster e fra questi e gli esperti sono inizialmente avvenuti nella community ‘Porte aperte sul Web’ creata su piattaforma eun.org e attraverso una mailing list. Quest’ultima si è rivelata molto più agevole per il confronto, la community più utile per raccogliere il materiale che man mano tutti hanno contribuito a reperire. Le risposte, in un primo momento date solo dagli esperti dell’ASPHI e dell’Istituto dei Ciechi, che testano i siti anche con l’aiuto dei sintetizzatori vocali, sono fornite anche dai docenti che partecipano attivamente al progetto, e che, attraverso un’efficace azione di autoformazione, si stanno specializzando in accessibilità. Nel vero spirito della community learning.
Nel frattempo si provvede alla realizzazione del sito del progetto – www.porteapertesulweb.it - e del primo cd di autoformazione che raccoglie quanto prodotto in questi mesi di lavoro: ci sono i lavori del gruppo, ma soprattutto c'è tutta la fatica di confronti, prove, ingenuità, errori e piccoli successi.
“E' esercizio lungimirante fare calcoli sulle parti, riflettere su rimanenze addentrarsi tra le parentesi (sospendendo quel che premeva fuori)e dire così addio all'eden degli interi
e impariamo che non possiamo sommarci ovunque ma dobbiamo denominarci comunemente conoscere la minima essenza condivisa che ci moltiplichi”
Bruno Galluccio