9 – Le parole sono importanti!
di Roberto Mancin, webaccessibile.org
Su gentile concessione del sito webaccessibile.org, pubblichiamo uno stralcio di un interessante contributo di Roberto Mancin su una questiona linguistica di particolar interesse per la scuola:come parlare in modo corretto ed efficace di disabilità?. L’articolo completo è pubblicato on line sul sito di webaccessibile.org .
Con l’aiuto di Salvatore Soresi, professore ordinario dell’Universita’ di Padova e direttore del Centro d’Ateneo di Servizi e Ricerca per la Disabilità, per la Riabilitazione e per l’Integrazione, cercherò di scrivere delle linee guida per parlare in modo corretto ed efficace di disabilita’. (…)
Consigli pratici
Il sostantivo plurale “i disabili” e’ tollerabile. Usarlo al singolare, riferendosi ad una persona invece e’ assolutamente da evitare essendo semanticamente scorretto (non esiste infatti il “signor disabile”, semmai al signor “Mario Rossi” può risultare più o meno difficile compiere autonomamente un attività); inoltre una persona può non amare sentirsi etichettata!
Ne consegue che, nel caso di singole persone, non è bene usare un aggettivo così generico che non dà informazioni sul tipo di disabilità; se può aver senso dire o scrivere “gli studenti disabili (o meglio “con disabilità”) quando si parla o si scrive di una singola persona e’ sempre opportuno preferire una frase che esprime chiaramente e correttamente la situazione; ad esempio: “studentessa con una ridotta funzionalità degli arti inferiori”.
E’ più che accettabile anche la frase “studentessa che utilizza una sedia a rotelle per i suoi spostamenti” ma * MAI * “confinata o ridotta su una sedia a rotelle o (peggio) su una carrozzina”, “portatrice di una disabilità”
Quando si parla delle persone che, almeno nel momento in cui si parla, non manifestano evidenti disabilità che parole e’ bene usare?
Prima di tutto è bene evitare le seguenti parole:
- normali; perchè implica che gli altri sono anormali
- normodotati; perchè implica che gli altri sono ipodotati
- abili; perchè implica che gli altri sono inabili
E’ meglio usare le seguenti espressioni:
- “normodotati” o cosiddetti “normodotati” * per far capire il concetto, evidenziando, allo stesso tempo, che la parola “normodotati” e’ semanticamente scorretta per i motivi che abbiamo visto.
- temporaneamente “normodotati” (da TAB – Temporaly Abled Bodie) * per ricordare che una disAbilita’ non e’ mai congenita ma e’ conseguente a una malformazione, una malattia o un infortunio.
Schema riassuntivo
I concetti di questo articolo sono stati discussi e presentati durante la sesta edizione del seminario su Informatica e disabilità che dall’Anno Accademico 1995/96 si tiene presso la facoltà di Psicologia dell’Università di Padova in collaborazione con il Centro d’Ateneo di Ricerca e Servizi per la Disabilità la Riabilitazione e l’Integrazione. Ricapitolando:
Plurale: le persone con disabilità
Deprecabile gli handicappati, gli orbi, gli incapaci, gli inetti, gli inabili
Tollerabile i disabili, i sordi, i ciechi, i muti, gli schiantati
Un po’ meglio le persone disabili, sorde, cieche, schiantate
Molto meglio le persone con disabilità, con sordità, con cecità, con esiti da trauma cranico encefalico
Singolare: la ragazza con disabilità
Deprecabile la disabile, il cieco, il sordo, il muto
Deprecabile la ragazza confinata o ridotta su una sedia a rotelle o (peggio) su una carrozzina
Deprecabile la ragazza portatrice di una disabilità
Deprecabile la ragazza diversamente abile o diversabile, diversamente alta e onesta
Tollerabile la ragazza disabile
Un po’ meglio la ragazza con disabilità, che non vede, che non parla, che non cammina
Molto meglio la ragazza che utilizza una sedia a rotelle per i suoi spostamenti ed il tatto per leggere
Perfetto studentessa con una ridotta funzionalità degli arti inferiori
Ottimo ma lungo studentessa con una ridotta funzionalità delle strutture corporee collegate alla deambulazione
Plurale: i cosiddetti “normodotati”
Deprecabile gli abili, i normodotati
Tollerabile i “normodotati”
Un po’ meglio i cosiddetti “normodotati”
Molto meglio le persone temporaneamente “normodotate”” (da TAB – Temporaly Abled Bodie)
Singolare: il signor “normale”
Non esiste