8 – Pixel fuori riga. Guerra e pace: essere soldati ieri e oggi
recensioni tra carta e dvd di Federica Scarrione, Liceo Galilei di Voghera (PV)
I pixel e le righe stampate si incrociano ormai nella nostra formazione, informazione, cultura e persino nel tempo libero. In questo spazio tento una ricomposizione in piccoli percorsi unitari, centrati su una recensione, di quelle che fino ad ora sono sempre state divagazioni, peregrinazioni sparse su temi inerenti integrazione, inclusione, disabilità, lavoro collaborativo, scuola, pari opportunità e via dicendo. Lo faccio con la speranza di segnalare qualcosa che, magari anche minimo e poco noto, possa abbandonare spazi virtuali e cartacei per entrare nella realtà, nella vita di ognuno di noi.
Ritratti. Mario Rigoni Stern
DVD con libro di Mazzacurati Carlo; Paolini Marco
Prezzo di copertina € 20 EditoreFandango Libri, 2006
Un doveroso omaggio allo scrittore recentemente scomparso. Ma soprattutto un dvd (anche in versione VHS, precedente di alcuni anni) intriso di poesia, testimonianza di una visione del mondo da saggio di montagna prima ancora che da scrittore. Nell’intervista filmata e nel volumetto allegato sono presenti squarci in cui è protagonista la natura (da una nev ic ata nasce un dialogo sui vari tipi di neve, gli alberi sono quasi personaggi, “le pern ic i bianche sono come le anime dei nostri am ic i che sono andati di là, stanno lì sotto il pino mugo e sotto la neve e aspettano il r ic ordo che li risvegli”, e “il brivido della creazione che il sole ci porta ogni mattina” è uno spettacolo che l’uomo non può riprodurre artif ic ialmente ), un mondo naturale in cui l’uomo è un elemento come gli altri (“… allora ho ascoltato e ho sentito anche il canto dei fringuelli, il canto dei tordi, quello delle campane, e ho riscoperto anche gli uomini”). Ci sono, inoltre, riflessioni sulla vita e sui ricordi: “anche ora mi capita di leggere memorie di quel tempo, di gente che c’era, ma non sono la realtà. Qualche volta sono come si avrebbe voluto che fosse andata”.
Ovviamente spiccano nel dialogo i temi a cui è maggiormente legata la fama di Rigoni Stern: la guerra, la vita dei soldati descritta con semplicità e precisione, in un raccontare che è naturale testimonianza, lontana da enfasi, eppure tanto intensa. Della guerra che ha combattuto lo scrittore ricorda episodi tragici, certo; tuttavia la sua attenzione si rivolge principalmente alla mancanza di punti di riferimento, alla disorganizzazione che, percepite in varie occasioni, hanno generato sconforto, solitudine, ad aggravare il dolore e le fati he della battaglia: “ci hanno mandati in combattimento con viveri in natura, ossia carne cruda e pasta cruda”, “se un esercito ha bisogno della farina gialla da casa per andare avanti, è ben triste”,“noi non si combatteva né per Mussolini, né per il Re, si cercava di salvare la nostra vita”.
Curioso l’effetto che il leggere questi ricordi produce nei nostri giovani studenti e qualche volta anche in noi: si affaccia alla mente, quasi immediato, il pensiero che i nostri tempi sono tempi di pace. Che guerre e soldati, per noi, sono cose di altri tempi.
Un’impressione confutata in toto dal libro
Soldati di Mini Fabio
Prezzo di copertina €9, collana “Vele”, Einaudi, 2008, 126 pp., ISBN 8806189441
L’autore, che è stato Capo di stato maggiore del Comando Nato delle forze alleate Sud Europa e al vertice della Kfor in Kosovo, ci ricorda in realtà notizie già apprese, per lo più, dai mezzi d’informazione; eppure, sarà la distrazione dei tempi moderni, sarà che il modo d’informare condiziona in un certo senso il positivo e il negativo nei nostri ricordi, solo nel contesto di questo volume si ha la percezione di quanto lo scenario sia decisamente inquietante. Mini ricorre a una rigorosa rassegna delle spedizioni militari degli ultimi decenni, a un modo di esprimersi provocatorio, con affermazioni decise e argomentazioni portate senza mezzi termini alle estreme conseguenze; la sua tesi è che l’impiego di truppe contemporaneo viene costantemente mascherato da varie quanto ipocrite fantasie lessicali, in un contesto in cui la guerra ha cambiato i propri connotati e viene spesso deliberatamente confusa con la lotta al terrorismo o la missione umanitaria, da schieramenti politici e da stati.
Dalla sua trattazione emerge un esercito italiano non molto distante da quello di Rigoni Stern per arretratezza, scarsa lucidità decisionale dei vertici, disorganizzazione, ingerenze indebite dei politici. In aggiunta, tutti i nuovi problemi emersi con lo scomparire della leva obbligatoria e le diff ic oltà econom ic he di quelli che l’autore definisce i “soldati globali”: stipendio scarso e precario, necessità di accettare missioni all’estero per avere sicurezza economica, servizio militare visto come unica alternativa possibile alla disoccupazione. Una requisitoria tanto appassionata e graffiante da suscitare il sospetto di faziosità.
Le pagine si animano, comunque, di coinvolgente umanità, soprattutto nella parte finale, in cui si narrano vicende di singole persone. Inoltre, ad introdurre il capitolo “I soldati e la pace”, Mini scrive: “Chi non è intriso di guerra e di morte non può capire la pace”. Affermazione discutibile, probabilmente, per noi che siamo civili e non militari, ma sulla quale è importante riflettere.
Chi volesse completare il percorso sulla condizione dei soldati con uno sguardo al passato, può trovare interessanti risorse in uno dei “Quaderni di ACME” (numero 84):
A. Dattero – S. Levati (a cura di), , atti del seminario di studi, Milano, 20 giugno 2004, Militari in età moderna. La centralità di un tema di confine Milano, Cisalpino, 2006, ISBN 8832360608.
La serie di saggi di ricercatori universitari qui pubblicata non è sempre di agevole lettura, se si pens ad un ipotetico pubblico scolastico, ma può offire interessanti spunti e raccolte di dati per tracce di prima prova, dalla “rivoluzione militare” tra XV e XVIII secolo (L. Pezzolo), alla produzione e conservazione della polvere da sparo (W. Panciera), ai diari i guerra nel XVI secolo (C. Zwierlein), a nobiltà e carriera nella Milano di Carlo II (D. Maffi), per concludere con singoli aspetti di storia militare veneta (L. Porto e G. Candiani).