5 – Websenzabarriere per pensare accessibile. Anche a scuola
di Alberto Ardizzone – Porte aperte sul web USR Lombardia
Il 31 Maggio a Roma le porte dell’Università di Tor Vergata si sono aperte a una riflessione corale sul tema del pensare accessibile nella pubblica amministrazione. L’occasione è stata il Convegno Websenzabarriere, organizzato da Marco Bertoni e Andrea Femminini. La scuola era presente con Porte Aperte sul Web.
A Roma, quel giorno mi ha colpito vedere una sala universitaria riempita da persone di varia natura, ma tutte interessate a cogliere l’essenza del pensare accessibile nella società, e mi ha colpito vedere per una volta un’aula universitaria organizzata per imparare, raccontare, mettere insieme, condividere e non per impartire lezioni o proporre soluzioni precostituite.
Mi sono piaciuti gli interventi dei tanti esperti ed appassionati presenti e ho apprezzato il fatto che tutti abbiano raccolto l’invito dell’organizzatore-ideatore Marco Bertoni di non approfittare dell’occasione per promuovere siti o esperienze personali, ma piuttosto per proporre idee, segnalare percorsi, puntualizzare aspetti legislativi.
Da più parti si è insistito su valore dell’accessibilità come percorso, come atteggiamento, da cominciare anche solo pensando a un documento di testo ben formato e come elemento di qualità in un modo di concepire il web che mette al centro l’utente e la diffusione di esperienze, pratiche , pattern consolidati.
Pietro Vittorio Barbieri, presidente della Fish, Federazione Italiana Superamento Handicap, ha giustamente stigmatizzato l’inaccessibilità delle slide di alcuni di noi. E’ un’osservazione importante: l’accessibilità non riguarda solo i siti, ma investe ogni momento del comunicare.
A questo proposito è importante che noi docenti ci pensiamo e, magari, approfondiamo gli input che ci ha dato Fabio sull’uso di S5 (vedi anche “Comunicare Web a scuola”, numero 1).
Barbieri, poi, ha parlato della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità delle Nazioni Unite. La Convenzione propone, come dice Giampiero Griffo, componente della Delegazione Italiana all’ONU, “un modello sociale della disabilità basato sul rispetto dei diritti umani e basato sullo slogan del movimento mondiale delle persone con disabilità Niente Su di Noi Senza di Noi”.
Insieme ad altre incisive e significative relazioni di esperti nazionali, come De Vanna, Didomenicantonio, Paiella, Signore e Scano, un apposito spazio è stato riservato alla nostra comunità di pratica per spiegare come la scuola possa diventare un ambiente particolarmente fertile per la diffusione del pensiero accessibile.
A scuola si incontrano pluralità di percorsi, esperienze, esigenze: un mondo poliedrico che, avendo tra gli scopi primari la formazione culturale e civile degli studenti, ben si presta ad andare oltre alle sole definizioni tecniche. Un modo di pensare accessibile che, perciò, non si fermi al sito web ma comprenda altri territori: dalla costruzione e diffusione di documenti ben formati alla realizzazione di ambienti di e-learning, dalla comunicazione scritta a quella verbale, da una presentazione informatica davanti ad un uditorio ad un’ora di ricevimento dei genitori.
Per far crescere il pensiero accessibile a scuola, insomma, è necessario ripensare al nostro modo di comunicare. Sapendo che non basta comunicare bene, se non si comunica a tutti e con tutti.
Quest’ultima, forse, è la scommessa più impegnativa e difficile da vincere: immaginare le proprie realizzazioni come un territorio aperto alla frequentazione di altre persone, di altre realtà progettuali e territoriali.
In fin dei conti, è quello che sembra imporre il web collaborativo di oggi: la diffusione di spazi cooperativi come requisito per lo sviluppo di progetti di qualità. Magari con qualche bollino in meno, ma con qualche porta aperta in più.