6 – Porte aperte sul web nel gruppo di traduzione in lingua italiana
di Claudia Cantaluppi, ITIS Cardano di Como
Porte aperte sul web partecipa, come unica espressione del mondo scolastico, alla traduzione ufficiale in italiano delle WCAG 2.0. Un sentito grazie a Claudia Cantaluppi (ITIS Carcano di Como), Gianni Losacco (ITIS Torriani di Cremona) e Federica Scarrione (Liceo Galilei di Voghera) per la loro qualificata, entusiastica ed apprezzata collaborazione.
E’ da qualche settimana che la comunità di Porte Aperte sul Web, dopo essere stata attenta ma “passiva” fruitrice delle linee guida sull’accessibilità emanate dal W3C 10 anni fa, è diventata vera e propria protagonista di quella che presto sarà la versione ufficiale in italiano delle WCAG 2.0.
Questa è per noi l’occasione di impiegare sia le nostre specifiche competenze professionali sia la nostra sensibilità in merito al tema accessibilità per metterci, ancora una volta, a servizio della comunità. Siamo persone di scuola che lavorano per altre persone di scuola, con la curiosità e l’entusiasmo di poter aggiungere altri tasselli non solo alle nostre conoscenze e competenze ma anche a quelle di tanti altri.
Ci vuole del tempo, come quello che giornalmente noi insegnanti mettiamo gratuitamente a disposizione di compiti non “da contratto”. Ma il ritorno personale è grande.
Per me, che sono un’insegnante di Inglese e che amo non solo la materia che insegno ma anche approfondire il funzionamento delle lingue e capire come rendere nel modo migliore concetti da una all’altra, è l’occasione di esercitare competenze un po’ più alte di quelle che sento di avere quando mi cimento con xhtml e css. Poter “mettere il becco” in una frase ipotetica non ben resa o in una subordinata non chiara invece di brontolare soltanto per le cattive traduzioni che talvolta circolano mi dà allegria. Ma c’è anche l’aspetto di ciò che sto imparando che mi appassiona, sia in campo linguistico che in campo tecnico. Lavorare attraverso un wiki, dove ognuno può correggere le proposte degli altri ma anche riflettere sulle correzioni fatte alle proprie, spinge ciascuno a dare il meglio di sé ma anche a non sentirsi mai “il migliore” o l’unico che può fare una cosa. E’ come se ognuno di noi fosse un piccolo modulo che può funzionare solo se anche gli altri ci sono e funzionano. E col vantaggio che questo è anche fonte di gioia!
Grazie Roberto e grazie Porte Aperte per questa opportunità.