"L'eguaglianza va intesa come divieto di ogni ingiustificata discriminazione e non, invece, quale uniformità delle prestazioni sotto il profilo delle condizioni personali e sociali. In particolare, i soggetti erogatori dei servizi sono tenuti ad adottare le iniziative necessarie per adeguare le modalità di prestazione del servizio alle esigenze degli utenti portatori di handicap."

(Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 gennaio 1994  - Principi sull'erogazione dei servizi pubblici)

L'ACCESSIBILITA' DEI SITI WEB DELLE SCUOLE DELLA LOMBARDIA

L'analisi dei dati forniti dal questionario relativo all'azione A ha permesso di quantificare un dato  importante, e certamente in continua crescita, relativo alla presenza sul web dei siti delle scuole lombarde: la situazione, fissata a pochi mesi fa, evidenzia che più di una scuola su tre ha attivato un proprio sito Internet. A questo sviluppo di presenza su Internet ha senza dubbio contribuito l'attività propulsiva esercitata dal D.I. 44 del 2001, sulla gestione amministrativo-contabile delle Istituzioni scolastiche, che prevede la pubblicazione del programma annuale e del conto consuntivo "nell'apposito sito WEB dell'istituzione medesima". In parallelo cresce l'attenzione del pubblico e dell'utenza scolastica  verso le possibilità di assumere informazioni e documenti sulla vita scolastica direttamente da Internet, come testimoniano gli accessi numerosi ai siti e portali scolastici più noti.
Mentre dunque diventa quasi normale per i cittadini l'attendersi che ogni Istituzione scolastica sia presente sul web con un proprio sito, cioè con uno sportello telematico che fornisca correntemente adeguati servizi di informazione all'utenza, e non soltanto la documentazione prevista a garanzia di trasparenza amministrativa,  in realtà un esame comparativo, anche del tutto superficiale, della presentazione, della struttura e dei servizi offerti dai vari siti scolastici mostra discordanze macroscopiche, non compatibili con le esigenze di standardizzazione della qualità  che si richiedono ad un pubblico servizio.
Anche con una rapida navigazione si può passare, in effetti, da situazioni di grande qualità e ricchezza di informazione, costantemente aggiornata, a paginette scarsamente informative, che comunicano più la volontà di essere presenti che di essere utili, per non parlare di siti abbandonati, non aggiornati da tempo, che trasmettono un messaggio negativo di trascuratezza, come archivi polverosi.
Già queste considerazioni dovrebbero stimolare riflessioni operative sull'opportunità di adottare degli standard comuni nella pubblicazione sul web, per poter fornire ai cittadini una specie di "carta dei servizi" informativi di base che ogni scuola si impegna ad implementare, proprio come dagli sportelli di un'azienda, pur diversificati sul territorio, è tuttavia lecito attendersi una base di servizi omogenea. E tuttavia queste iniziative di standardizzazione attengono propriamente all' "efficienza" della comunicazione, cioè al miglioramento,alla razionalizzazione  ed al potenziamento del servizio informativo reso al cittadino (concetto che può essere assimilato all' "usabilità" del sito web, in quanto l'efficienza della comunicazione non ne può prescindere),  mentre l'oggetto principale di questa nota è un altro problema, quello decisamente più grave e discriminante dell' "accessibilità", che va affrontato con priorità ed urgenza in quanto incide sull' "efficacia" della comunicazione, e rischia di escludere dalla fruizione del servizio, appunto perché inefficace, una consistente  quota di cittadini affetti da varie disabilità. Chi non è in grado di poter accedere ad un servizio evidentemente non ne può valutare l'efficienza.
Il problema consiste nel fatto che attualmente la grandissima maggioranza dei siti web non risulta accessibile ai soggetti portatori di disabilità, ossia che la presenza di "barriere telematiche" di vario genere nella presentazione del sito impedisce di fatto la piena fruibilità dell'informazione  da parte di cittadini che  hanno il pieno diritto a fruirne. In generale la causa si riconduce ad una programmazione del sito che, più per ignoranza del problema stesso che per trascuratezza o cattiva volontà, non tiene conto delle regole e dei criteri da tempo suggeriti per garantire l'accessibilità; nel caso di siti non particolarmente complessi è relativamente facile introdurre modifiche risolutive, mentre in altre situazioni potrebbe essere necessaria la riscrittura di buona parte del codice HTML o la riprogettazione del sito stesso.
Sono numerose le tipologie di disabilità, sia fisiche come cognitive, ed in molti casi le tecnologie assistive, i cosiddetti "ausili", possono grandemente contribuire a ridurne gli svantaggi ; inoltre la costante ricerca e sviluppo tecnologico consentono di prevedere ulteriori importanti successi nel superamento di molti ostacoli posti dalle disabilità.   
Nel caso di menomazione parziale o totale di un canale sensoriale il deficit comunicativo può essere ridotto, anche di molto, veicolando l'informazione di pertinenza del canale menomato su un diverso canale sensoriale, come nel caso del Braille, che effettua una transcodifica sul canale tattile del messaggio originariamente visivo (a tale proposito può essere interessante ricordare che un recentissimo progetto del NIST, negli USA, ha avviato la sperimentazione di  un'apparecchiatura economica che consente il riconoscimento tattile anche di semplici immagini grafiche del web, con l'obiettivo di potenziarne ulteriormente il dettaglio) .      
I cittadini con disabilità grave sul canale visivo possono accedere al web utilizzando la transcodifica sul canale uditivo, con l'ausilio di software particolari, detti "screen readers", che ricavano la componente testuale della presentazione visiva dalla memoria dello schermo ed, attraverso un programma di sintesi vocale ed una comune scheda sonora, la trasformano nelle corrispondenti parole pronunciate, proprio come se l'ipovedente avesse accanto un amico che gli legge quanto appare sul monitor.          
Tuttavia questo meccanismo funziona regolarmente finchè sullo schermo ci sono delle parole, mentre evidentemente un'immagine non può essere letta  come testo (e, in via diretta, nemmeno se rappresenta del testo, come ben sa chiunque abbia trafficato con uno scanner) :  questa impossibilità causa una perdita di informazione per il disabile che, a seconda dei casi, può essere di scarsa rilevanza oppure sostanziale; per questo una delle regole basilari della programmazione di un sito accessibile è quella di "allegare" sempre ad ogni immagine un testo che descriva l'immagine stessa nel suo significato iconico e funzionale, in modo da supplire per quanto possibile con informazioni verbali la perdita visuale dell'immagine. Questa prassi tra l'altro si rivela benefica anche nei confronti dell'usabilità del sito, visto che la necessità di dare un senso alla presenza della grafica e delle immagini spinge il designer ad evitare di appesantire il sito con elementi non utilmente significativi.
Un primissimo approccio, grossolano ma significativo,  alla valutazione dell'accessibilità di una pagina web relativamente all'aspetto sopra descritto può consistere nell'eliminare  temporaneamente la visualizzazione delle immagini dal browser in utilizzo (ad. es. in IExplorer : Menu/Strumenti/Opzioni Internet/Avanzate/Elementi multimediali: Mostra immagini), e nell' osservare quanto, e quanto significativo, sia il testo che rimane a disposizione per la lettura e l'informazione: tolte le immagini, tutta l'informazione che viene perduta è quella di cui il cittadino disabile della vista viene privato e che, con la strumentazione assistiva attualmente disponibile, non è in grado di recuperare.
Purtroppo un simile esperimento dà tuttora risultati spesso frustranti, anche nel caso di siti che non dovrebbero, soprattutto per la loro caratteristica di servizio pubblico,  interporre barriere telematiche tra sé e il cittadino disabile con ingiustificate discriminazioni.
Il discorso si potrebbe estendere ad ulteriori esemplificazioni tratte dalle numerose altre disabilità, anche se già con quanto accennato dovrebbe risaltare in pieno l'importanza del problema, l'urgenza di una sua soluzione ed il preciso dovere di ogni pubblico servizio di informazione telematica di fare il possibile per evitare tali  situazioni discriminanti.
Si può comunque velocemente accennare ai problemi degli utenti con disabilità localizzata nel canale uditivo, che possono risultare privati di informazioni anche essenziali nel caso di presenza sul sito di audiovisivi (sempre maggiore con lo sviluppo della multimedialità) o di registrazioni di conferenze ecc. : la soluzione usuale è quella di ricorrere al canale visivo, mediante  sottotitolazione, presentazione del testo letto, o visualizzazione in parallelo di una traduzione nel linguaggio gestuale, a seconda dei casi e delle opportunità.
Per una trattazione esauriente dei problemi di disabilità citati e  delle ulteriori disabilità fisiche e cognitive, oltre che per  i principi della "progettazione universale" nell' interfacciamento uomo-macchina (HCI, Human-Computer Interaction), utile e benefica non solamente nei confronti della disabilità ma anche nei confronti di tutti,  è altamente raccomandabile la lettura del prezioso contributo di P.Graziani e L.Burzagli "Accessibilità di siti web: problematiche reali e soluzioni tecniche" reperibile all'indirizzo  http://www.ifac.cnr.it/smid/accesso/accesso.htm .  
Che il problema dell'accessibilità nei siti web vada affrontato  e risolto con urgenza è ulteriormente confermato anche da interventi e sollecitazioni governative sul tema,  dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri citata in epigrafe alla Circolare n.13, del 13 marzo 2001, del Ministro per la Funzione pubblica: "Linee guida per l' organizzazione, l'usabilità e l'accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni" (http://www.governo.it/sez_dossier/linee_web/circ13mar2001_fp.html), seguita dalla Circolare  6 settembre 2001 n.32 dell' Autorità per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (AIPA) : "Criteri e strumenti per migliorare l'accessibilità dei siti web e delle applicazioni informatiche a persone disabili" (http://www.governo.it/sez_dossier/linee_web/circ6set2001_aipa.html).
La più autorevole fonte tecnico-normativa per l'implementazione di siti accessibili ai disabili è costituita dalla Web Accessibility Initiative (WAI) del W3C (World Wide Web Consortium) (http://www.w3.org/WAI/), di cui esiste una sezione italiana, reperibile all'indirizzo  http://www.w3c.it/ . Il grado di accessibilità (A semplice, doppia A e tripla A in ordine crescente di rilevanza) conseguito da un sito web nel rispetto  delle regole del WAI e testato con gli strumenti di validazione disponibili sul sito W3C  può essere denunciato con l'utilizzo dell'apposito loghetto WAI da apporre sulla home page : un esempio recente è dato dal sito del portale governativo Italia (http://www.italia.gov.it/) , che da poche settimane si fregia del logo di accessibilità WAI-A.
Anche il MIUR ha mostrato sensibilità al problema, dedicando alcune pagine con utili indicazioni e suggerimenti sul sito del Servizio di Osservatorio Tecnologico per la scuola (OTE), all'indirizzo  
http://www.osservatoriotecnologico.net/INTERNET/accessibilita.htm : molti link a siti con materiale interessante, che non vengono qui citati per brevità, possono essere recuperati dall' OTE.
Naturalmente sarebbe illusorio pensare che la sola cogenza della normativa, senza il supporto di una convinzione intima e di una formazione culturale e strumentale adeguata, possa di per sé condurre a risultati positivi; per questi motivi la Direzione regionale si impegna a perseguire diverse iniziative tese a supportare le scuole nei loro problemi di adeguamento, con gradualità ma anche con decisione, dando il corretto esempio mediante la ristrutturazione del proprio sito.
Tra queste si prevedono iniziative di sensibilizzazione e di comunicazione, di formazione, di sostegno e di assistenza; attraverso un apposito sito web saranno messe in linea le varie esperienze concluse ed in itinere, in modo da costituire un database di consigli, suggerimenti, tips e di 'caveat' utile per condividere le pratiche migliori ed evitare gli errori più comuni.
Possiamo direttamente contare sul supporto dell'indiscutibile competenza ed esperienza dell' ASPHI (Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati  http://www.asphi.it/ ) e dell' Istituto Ciechi di Milano (http://www.istciechimilano.it/ ).
Attendiamo un riscontro di idee e di disponibilità da parte delle scuole, che abbiamo ampi motivi di ritenere aperte e sensibili verso queste tematiche di civiltà.