Ultima modifica: 4 Marzo 2010
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7 – Pixel fuori riga. Il corpo e la vita

recensioni tra carta e dvd di Federica Scarrione, Liceo Galilei di Voghera (PV)

I pixel e le righe stampate si incrociano ormai nella nostra formazione, informazione, cultura e persino nel tempo libero. In questo spazio tento una ricomposizione in piccoli percorsi unitari, centrati su una recensione, di quelle che fino ad ora sono sempre state divagazioni, peregrinazioni sparse su temi inerenti integrazione, inclusione, disabilità, lavoro collaborativo, scuola, pari opportunità e via dicendo. Lo faccio con la speranza di segnalare qualcosa che, magari anche minimo e poco noto, possa abbandonare spazi virtuali e cartacei per entrare nella realtà, nella vita di ognuno di noi.

Come prima

DVD, regia Mirko Locatelli, Officina Film Euro. 14,00

Locandina del film Come primaHo scelto di recensire “Come prima” prima ancora di vederlo. Ci sono arrivata con una ricerca su google e mi ha subito affascinato l’idea di una distribuzione alle scuole, al di fuori dei consueti canali distributivi, con la ferma determinazione di raggiungere un pubblico vasto e svolgere una funzione sociale.

Poi ho visto il film, con lo scetticismo con cui esamino tutto ciò chhe si caratterizza in qualche modo come alternativo o indipendente, perché c’è sempre, sotto sotto, il timore di ritrovarsi di fronte a speculazioni su vere o presunte originalità e debolezze.

Ebbene, “Come prima” ha vinto ogni possibile preconcetto, per quella che è la sua naturalezza intrinseca, perché entra nella vita di alcuni giovani, per i quali la disabilità, propria o altrui, è uno dei numerosi problemi da affrontare per crescere, non meno del trovare il tempo per parlare con i genitori, o del distinguere tra falsi e veri amici.

La sguardo del pubblico sulla vita di Andrea, divenuto tetraplegico in seguito ad un incidente, si posa con gradualità: i titoli scorrono mentre il fratello Matteo prepara la casa ad accogliere il suo ritorno, con un premuroso misurare gli spazi, e in sottofondo i rumori dell’ospedale sfumano sempre più.

La routine quotidiana è la parte più difficile da riassumere in una recensione, perché sarebbe limitativo definirla solo come un adattamento alla diversità; vi è una serie di percorsi intrecciati che portano i personaggi a crescere, a ricostruire parti della loro vita, ad accettare consapevolmente modi nuovi di affrontare i problemi.

Teniamo presenti, nel seguire la vicenda, alcune parole del regista: “La storia di Andrea è positiva; il finale è aperto, non è un classico “lieto fine”, ma sicuramente ottimista. Il messaggio è che comunque, disabili o no, la vita riserva a tutti cose belle e cose brutte, e, seduti o in piedi, vanno affrontate”. Una positività che non si deduce da teorie, ma che passa attraverso gesti concreti, dalla doccia con Matteo allo scartare un regalo anche coi denti.

Time

DVD, regia Kim Ki-Duk, Feltrinelli. Euro 17,9. 20060

Locandina del film TimeAgli antipodi di questo atteggiamento è il pensiero ossessivo che conduce una donna dalla vita assolutamente normale a mutare il suo volto, per un amore trasformato patologicamente dall’insicurezza e dalla gelosia.

Questa è in estrema sintesi, la trama di “Time”, un film di Kim Ki-Duk, già regista di“Ferro 3”. Il DVD è stato pubblicato da Feltrinelli in una collana decisamente interessante, “Le nuvole”, che accosta al formato digitale (film e interviste) un volumetto cartaceo di agile lettura, nel quale si traccia un’utile sintesi storico-critica del cinema coreano degli anni Novanta, della filmografia di Kim Ki Duk, dei contenuti del film, ed inoltre si riporta una conversazione con il regista. Ma l’interesse della confezione è accresciuto da due brevi articoli di Umberto Galimberti , “L’atlante del corpo sparito” e “Decifrare il vuoto del volto. La spasmodica ricerca di sé”.

Il primo di questi contributi richiama l’attenzione sull’antica spontaneità nella percezione del corpo, contrastata nel corso dei seicoli dalla visione religiosa e scientifica degli esseri umani:”noi disabitiamo il nostro corpo e nei suoi moti, superficiali e profondi, altro non sappiamo leggere che benessere o malessere. Niente di culturale, niente di espressivo, niente di significativo. Al massimo un po’ di cure estetiche per rispondere ai canoni di presentabilità.”

Accade così che due DVD assolutamente opposti, sotto tutti i punti di vista, finiscano per essere entrambi un richiamo alla naturalità dell’esistere, all’essenza che va oltre il desiderio di essere sempre uguali o sempre differenti, la percezione dell’sentirsi (o essere giudicati) “normali” o “diversi”.




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