Pillole di SMAU: I siti web delle Pubbliche Amministrazioni (ed altro di IWA Italy)

Due interventi a SMAU: il primo anticipa l’uscita di un volume di commento alle linee guida per i siti web delle PA, il secondo illustra un’applicazione 2.0 utilizzabile anche nella didattica.

Pillole di SMAU. Ovvero qualche considerazione di una prof che ha devoluto il giorno libero all’esplorazione della fiera, ma soprattutto delle iniziative formative. Ho diviso il discorso in più post, per non appesantire; questa è la seconda puntata.

Dopo una essenziale introduzione di Roberto Scano, l’esordio è di Gianluigi Cogo via skype ed è anche molto diretto e incisivo: è ormai imperativo categorico per la PA rimettere al centro l’utenza, il cittadino. Troppo spesso la PA ha pubblicato siti per se stessa più che per chi li visitava.

Prosegue Ernesto Belisario, illustrando le ragioni di una collaborazione a tre, dalla quale sta nascendo un volume. Tre esperti per i tre livelli attraverso i quali deve passare il successo di un sito PA: tecnologico, normativo e organizzativo.

Il volume in questione è I siti web delle pubbliche amministrazioni, Ed. Maggioli, di prossima pubblicazione.

Dunque i tre processi che perseguono l’affidabilità tecnologica, la garanzia del diritto e la buona organizzazione dei contenuti devono proseguire in parallelo.

In quest’ottica acquisisce significato l’operazione di affiancare le linee guida del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione scaricabili da questo link, in formato pdf, per chi ancora non le avesse lette con attenzione: http://www.innovazionepa.gov.it/media/571050/lg_sitiwebpa__26%20luglio%202010.pdf .

Ad esse si viene ad accostare un volume che vorrebbe essere ancor più di un vademecum, un sostegno alla comprensione della norma e all’applicazione di buone pratiche.

A seguire, merita interesse anche il lavoro di Diego La Monica e Roberto Castaldo; il titolo “Didattica e web” farebbe pensare ad un approccio più generale, mentre la proposta è in realtà alquanto specifica. Si tratta di un modo per sfruttare astutamente il social web, il sentirsi e l’essere always connected tipico delle nuove generazioni, a favore di un apprendimento in pillole. Non uno strumento didattico esaustivo, certo – lo ribadiscono più volte i relatori – ma uno stimolo, una sollecitazione divulgativa per potenziare la didattica in aula.

Il prodotto in questione si chiama Pikno (Pills of knowledge) ed è una piattaforma web 2.0 per distribuire pillole di conoscenza su un canale scelto dall’utente finale (rss, e-mail, facebook, twitter). Il vantaggio offerto da questo sistema è proprio che cerca di aiutare i divulgatori, i docenti e le aziende a raggiungere i propri clienti secondo le abitudini del fruitore dell’informazione e non costringendo l’utente ad adattare il suo modo di vivere il web alle richieste altrui. Al momento ne è prevista una versione free con numero limitato di messaggi (1 a settimana), mentre per una maggiore quantità di “pikno” occorrerà un abbonamento a costi variabili a seconda delle esigenze.

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